Come nel 2021, l’esordio del campionato di calcio si rivela un problema insormontabile per DAZN
Ci risiamo. Come nel 2021, l’esordio del campionato di calcio si rivela un problema insormontabile per DAZN che anche quest’anno è riuscita a non fornire il servizio e a far infuriare i propri utenti, già soggetti al pugno duro della società che aveva loro inflitto aumenti e stop alle condivisioni.
Rileggendo oggi le vicende degli ultimi mesi, abbiamo la percezione di un’impresa che pare disponibile con i forti (autorità e governi) e poco incline a concessioni ai deboli (gli appassionati di calcio). Peraltro suoi clienti e quindi valutatori di ultima istanza, a cui oggi fornisce link alternativi in qualità, a detta di alcuni utenti dei forum, di un TV a tubo catodico della Mivar dei tempi migliori.
Come nel 2021
Proviamo a riassumere quanto accaduto, in base ai resoconti di molti utenti che abbiamo analizzato dai vari forum e tramite Twitter. A differenza dell’anno scorso non si è trattato di difficoltà di erogazione del segnale, quanto di una vera catastrofe nel sistema di autenticazione degli utenti.
Nuove regole anticondivisione
Diremmo senz’altro a causa delle nuove regole inventate per fermare le condivisioni.
Difficile collegarsi, facile essere disconnessi
Il contenuto delle tante proteste è praticamente sempre il medesimo. Errori incomprensibili all’atto della connessione, del tipo “Qualcosa non ha funzionato, riprova: 10-000-000” o errori comprensibili o improbabili, quali quelli relativi ai presunti troppi device connessi. In ogni caso, la società afferma di lavorare “duramente”. O forse si è trattato di formule di stile, visto che questi Tweet di scuse sono stati tutti rimossi nella giornata successiva.
Problemi in Spagna e messaggi in inglese
Il problema dev’essere strutturale nell’ambito di una sistema centralizzato in quanto abbiamo letto di situazioni analoghe in Spagna e molti appassionati hanno riportato di essere stati inviati a pagine di autenticazione redatte in inglese: a very big mess, per farci capire dalla casa madre.
Una soluzione tampone
DAZN era probabilmente conscia del problema potenziale, in quanto ha rapidamente diffuso tramite Twitter una serie di link alternativi da utilizzare per connettersi alle partite. Un collegamento diverso per ogni incontro. Si tratta di file .m3u che contengono un indirizzo streaming in chiaro e a 540p. La qualità da tubo catodico di cui scrivevamo all’inizio.
540p?
Perché 540p, visto che l’infrastruttura è in grado di erogare 720p ma ormai anche full HD? Pensiamo il motivo sia chiaramente spiegato da questo utente: “Basta uno sniffer qualsiasi e prelevi lo stream (in chiaro N.d.R.), che puoi condividere a chiunque senza abbonamento. Praticamente Dazn sta facendo pirateria a se stesso. Paradossale.”
Una scelta precisa
La scelta è precisa: pur di non rischiare che qualcuno veda gratuitamente una partita per cui non ha pagato si preferisce far vedere malissimo a chi è regolarmente abbonato. Poco in linea con il “protocollo degli 11 interventi” riguardo al quale ci chiediamo se Agcom non penserà di essere stata leggermente presa in giro.
Spiegazioni inaccettabili
DAZN avrebbe affermato che le difficoltà erano dovute ai troppi utenti che contemporaneamente pretendevano di accedere al servizio. Un problema noto nel settore, ma che in nessun modo si può considerare come imprevisto. Se una partita ha inizio a un certo orario è ovvio, prevedibile, lampante e assodato che i telespettatori si collegheranno nei 15 minuti precedenti l’inizio dell’evento. E come potrebbero fare differentemente, coordinandosi via rete “prima voi, poi noi”?
Minacce di azioni in sede penale
Riteniamo anche dubbio lo stile delle scuse. Mentre fornisce il famoso link a qualità ridotta, la società non manca di minacciare il cliente di una denuncia ex “art. 615 ter del codice penale”. Come dire, non siamo in grado di fornire il servizio, ma se per caso condividi questo link ti trasciniamo in tribunale.
Protetto?
Peraltro, facciamo notare che la norma recita “Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza”, ma difficilmente uno stream in chiaro potrebbe essere considerato “protetto da misure di sicurezza”. Minaccia inutile ed errata dunque.
Agcom
Agcom ha immediatamente reagito, diramando il giorno di ferragosto un comunicato in cui si chiedono chiarimenti e si inviata ad attivare gli indennizzi. Ma la storia degli indennizzi dell’anno scorso non lascia ben sperare in quanto – sempre leggendo con pazienza le varie testimonianze – pare proprio che la DAZN tenda a non credere alle lamentele e ignori un certa percentuale (che non siamo in grado di stimare) di richieste lecite.
Clienti in cattiva fede?
Nel precedente articolo avevamo riportato come per confutare la validità’ del parametro ND (numero disconnessioni, utile per chiedere il rimborso) l’OTT avesse obbiettato che questo “non è direttamente misurabile e occorre affidarsi alla buona fede degli utenti.” Non certo un segno di fiducia verso i propri stessi clienti.
C’è chi non ha avuto problemi
Infine, c’è chi problemi proprio non ne ha avuti e ha potuto godersi il match preferito dall’ inizio alla fine. A dimostrazione riportiamo qui lo schermo condiviso dall’utente Fiodor, non certo l’unico ad avere scelto un backup in stile Commodore 64 (influenzando probabilmente il risultato, considerato l’alto numero di goal).
Sense of humor
Forse alcuni clienti DAZN sono ormai oltre la fase dell’ira e hanno recuperato un sano sense of humor. E di questo – almeno – dobbiamo davvero ringraziare la società guidata da Shay Segev.
In collaborazione con: newslinet.com