Dopo la presa del potere da parte dei talebani
La conquista del controllo delle principali reti radiotelevisive è da sempre una delle priorità dopo un violento cambio di regime. E gli eventi di questi giorni a Kabul non fanno eccezione. Cosa accade dunque ai media in Afghanistan?
La radio in Afghanistan, breve storia
Il servizio radiofonico in Afghanistan ha inizio ad opera del re Amanullah Khan nel 1925, tramite un trasmettitore russo da 200W operante su 833 kHz AM. L’emittente conosciuta come Radio Kabul ha invece iniziato le trasmissioni (in pashto, persiano, hindi, inglese e francese) nel 1940 con una potenza di 20 kW sui 600 kHz.
I cambi di regime
Nel corso dei decenni tutti i numerosi cambi di governo o regime sono stati annunciati tramite questa stazione. All’inizio del periodo del controllo sovietico, nel 1979, l’emittente ha anche diffuso programmi del famoso Radio Moscow World Service (l’attuale portale sputnik), operando tra l’altro una sorta di isofrequenza (sempre sui 600 kHz) nientemeno che da L’Avana, Cuba.
La prima era dei talebani
Nel 1996, quando i talebani prendono il controllo della nazione per la prima volta, cambiano il nome della storica stazione in Shariat Ghagh, la voce della sharia.
Un format rivoluzionario
Il format radiofonico talebano prevede messaggi di coordinamento per le truppe distribuite nel paese e editti a cura dei mullah. Musica e jingle totalmente banditi.
L’archivio storico
Successivamente i talebani distruggono – o meglio, pensano di distruggere – l’intero archivio storico dell’emittente, inclusi musica e notiziari dei decenni precedenti. Ma un’astuzia dell’archivista del tempo, Mohammad Siqquid, porta i nostri eroi a distruggere invece un archivio di 50.000 nastri contenenti musica indiana. Ingannati dalle etichette scambiate.
La scoperta della BBC
Il vero archivio viene poi portato alla luce dalla BBC nel 2002: le sue sorti non sono attualmente conosciute.
Post 9/11
Dopo l’invasione occidentale (la liberazione dai talebani) Radio Kabul riprende a trasmettere musica e programmi politici. La nuova frequenza è 1107 kHz con 400 kW di potenza, sito di trasmissione Pol-e-Charkhi, alla periferia est della capitale.
La seconda era dei talebani
Veniamo all’agosto 2021: la sera stessa della presa del palazzo presidenziale (il 15 agosto) Radio Kabul cambia nuovamente denominazione e format: la nuova Radio Voice of Shari’ah riprende così la trasmissione di propaganda talebana.
Radio statunitensi
Esistono poi le emittenti internazionali. L’USAGM (US Agency for Global Media) e’ stata attiva fino almeno al 16 agosto con due emittenti locali, 612 kHz (200kW) e 1296 kHz (400 kW). Quest’ultima frequenza utilizzata per Radio Free Europe/Radio Liberty con il servizio Radio Free Afghanistan. Durante la notte vengono o venivano invece diffusi i programmi di Voice of America. Queste trasmissioni dovrebbero essere tuttora attive tramite i trasmettitori in onde corte situati negli Emirati Arabi Uniti.
Broadcaster Internazionali
Questo l’elenco delle emittenti che producono programmi nelle lingue parlate in Afghanistan e che emettono in onde medie e/o corte: BBC World Service, Radio China International, Voice of the Islamic Republic of Iran, Radio Saudi International, Voice of Turkey e le religiose Adventist World Radio e Trans World Radio (dalle postazioni in Sri Lanka).
Televisione
Per quanto riguarda la televisione, gli ultimi report affermano come i canali preesistenti siano tuttora attivi. Le reti statali hanno convertito il palinsesto a un format religioso, mentre i canali privati paiono continuare una programmazione abbastanza regolare, ma senza la presenza in video di donne, musica o soap opera.
Canali indipendenti
Infine il principale operatore privato, Moby Group, annuncia online un palinsesto regolare per le sue Tolo TV e Tolo News, anche se i tweet dell’emittente generalista si arrestano al giorno 14 agosto. Per quanto riguarda la rete all news, sito e canale Twitter operano regolarmente, mentre lo streaming televisivo pare essere offline (o quantomeno non ricevibile in Francia).
Conclusione
In conclusione non possiamo non ricordare quanto affermato da innumerevoli appassionati di radioascolto internazionale: per quanto cattivi, i talebani nulla possono contro i programmi in onde medie o corte emessi dall’estero e facilmente ricevibili con apparati da pochi dollari. Ma con un semplice switch possono bloccare tutte le voci in tecnologia digitale. E forse lo hannno gia fatto.
In collaborazione con: newslinet.com